Paleodieta

In  2,5 milioni di anni di Evoluzione Il  nostro DNA è ancora  pressoché identico a quello dei nostri antenati.Circa 10.000 anni fa  da cacciatore-raccoglitore quale era stato per tanto tempo l’essere umano ha cominciato a “convertirsi” all’agricoltura interrompendo la sua esistenza da nomade e modificando radicalmente l’alimentazione e lo stile di vita.

Ciò ha avuto notevoli ripercussioni  sulla salute.

Ritengo molto utile la lettura di La Paleo dieta di Robb Wolf per maggiori dettagli.

L’ agricoltura ha messo a disposizione una quantità e una qualità di carboidrati radicalmente diversa da quella che il codice genetico (e il metabolismo) umano era abbondantemente in grado di gestire.

Hanno inoltre fatto la loro imponente comparsa cibi  mai utilizzati in precedenza quali cereali, legumi e latticini.

Cereali e legumi condividono alcune caratteristiche comuni legate alla presenza al loro interno di sostanze chimiche che la pianta ha sviluppato come difesa dai predatori .

Le conseguenze dell’ingerire queste molecole sono molto pesanti sia a livello intestinale che per l’organismo stesso:

Ne cito solo alcune:

  1. infiammazione cronicadella parete intestinale (causata dalle lectine, di cui la più incriminata è quella contenuta nel glutine);
  2. ciò provoca una risposta immunitaria(il sistema riconosce come “anomalo” questo passaggio indiscriminato e si attiva).
  3. il contenuto in fitati di questi alimenti riduce l’assorbimento dei minerali contenuti nel cibo;
  4. gli inibitori delle proteasi. Si tratta di sostanze che riducono l’efficienza degli enzimi che consentono di digerire le proteine.

La sensibilità al glutine (da non confondersi con la celiachia) è assai frequente, e può interessare organi diversi dall’intestino, quali il cervello.

Per quanto concerne i latticini ritengo necessario fare alcune precisazioni.

E’ innanzitutto saggio ricordare che la specie umana è l’unica che faccia uso regolare del latte di animali totalmente diversi. Inoltre il latte, prima di essere consumato, viene trattato con modalità che ne modificano in peggio le caratteristiche nutrizionali (pastorizzazione) già pesantemente condizionate da un allevamento dell’animale stesso che nulla ha di naturale.

Con tutte queste manipolazioni, già il prodotto di base (il latte) non ha più nulla a che spartire con quello di cui si nutrirebbe il vitello di una mucca al pascolo.

La caseina, una delle proteine del latte, è molto simile – come molecola – al glutine ed è frequente che dia problemi d’intolleranza sovrapponibili a quelli cui ho accennato trattando dei cereali e dei legumi.

Il lattosio, lo zucchero del latte, è anch’esso frequentemente implicato in forme d’intolleranza.

Infine i latticini sono alimenti molto acidi che contribuiscono a rendere più complesso ottenere un’alimentazione tendenzialmente basica (non acida) come sarebbe altamente consigliabile.

 

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